Gennaio 2024
Ciao! Sono Chiara Pedrocchi e questa è la mia newsletter mensile (approda nella tua casella di posta in un giorno non meglio definito tra la fine di un mese e l’inizio del successivo: a volte trova traffico, altre volte è pigra o stanca, altre ancora aspetta qualcosa o, più raramente ma sempre volentieri, ha fatto tardi con l3 amic3. Ma arriva, sempre) e scrivo questa newsletter su un Flixbus di ritorno da Montpellier, dove sono stata per un evento e per dare un occhio da lontano a come sta andando la mia vita. Ma procediamo con ordine.
Non posso non iniziare questa newsletter con l’evento più importante del mese di gennaio: sono iscritta all’albo dei giornalisti! Chi c’era in questi anni sa bene che la strada è stata lunga e contorta, e ci tengo moltissimo a condividere anche qui le stesse riflessioni che ho condiviso sui miei profili social in questi giorni, perché ho apprezzato moltissimo l’affetto ricevuto (grazie a tutt3, di cuore!) ma voglio usare questo evento per fare un pochino di sensibilizzazione sulla situazione dei giornalisti in Italia.
Ho ottenuto il tesserino da giornalista, e sono - ovviamente - molto felice.
Ma ho qualcosa da dire. Questo tesserino è figlio di anni - ben più dei canonici due previsti - di fatica. Non perché sia stata più sfortunata di altri, tutt’altro. È figlio di anni di fatica perché viviamo in un sistema in cui nel mondo del giornalismo sono ancora molto presenti - forse più che altrove - dinamiche di sfruttamento, dove è permesso che gli articoli siano pagati, quando sono pagati, una manciata di euro, dove la salute mentale dei giornalisti non è davvero così importante, dove non ci sono sufficienti tutele e spesso invece che unirsi ci si fa la lotta.
Ho avuto la fortuna e il privilegio di poter portare avanti questo percorso perché non ero sola, ma sono ben consapevole che, ad oggi, non sia accessibile a tutt3, e che bisogna lottare perché lo sia. Per fortuna ci sono alcune realtà che si stanno muovendo per cambiare le cose, e che voglio citare perché sono state più che fondamentali nel mio percorso. C’è Lo Spioncino dei Freelance, il progetto di Francesco Guidotti, che raccoglie segnalazioni anonime sulle tariffe dei vari giornali. C’è la rete FADA , dove unirsi significa supportarsi scambiandosi consigli, critiche costruttive, lavorando insieme e immaginando per il giornalismo un futuro diverso. Ci sono Lo Sbuffo, che per primo mi ha formato, e Scomodo , una realtà giovane di cui da anni faccio parte e dove ho trovato amic3, oltre che collegh3. C’è il lavoro di Alice Facchini, che con Irpi Media ha indagato proprio lo stato di salute mentale dell3 giornalist3 freelance. E poi c’è Federica Benedetti, con cui ho condiviso gioie e dolori di questo percorso. E tutte le persone (dai miei genitori, al mio compagno, all3 mi3 amic3, al mio psicoterapeuta) a cui da anni parlo di tutto questo.
Ciò nulla toglie alle uscite a cui ho rinunciato per scrivere, alle notti insonni, ai piantini davanti agli ostacoli burocratici, alle crisi d’ansia e, soprattutto, alla gioia di questo giorno.
Nonna Mea, nonna Luigina, zia Alida, zio Pierino: questo piccolo traguardo è per voi, che credevate in questo percorso e mi avete fatto sentire la vostra presenza anche quando volevo mollare.
Insieme a Michela Grasso di Spaghettipolitics ho intervistato per Voice Over il giornalista Ferdinando Cotugno, che si occupa di clima, ambiente, ecologia e foreste, per parlare di giustizia climatica, movimenti di protesta e decrescita. Trovi a questo link la registrazione della live.
Sempre con Michela e sempre per Voice Over ha preso il via la rubrica Immersioni, di cui qui trovi la presentazione. Da febbraio iniziamo a pubblicare dei video per aiutarti ad approfondire alcune tematiche calde. Se hai suggerimenti scrivimeli!
Ho parlato di Kinshasa - per la prima volta in pubblico! È stato intenso ed emozionante, avrei voluto raccontare molte più cose di quante ho fatto in tempo a dire ma sarebbero stati necessari giorni, ed è stato bellissimo così. L’evento era la Conversa #11, parte di una serie di incontri/chiacchierate ai Bagni Pubblici di Via Aglié a Torino. Sul Congo ho comprato un altro libro proprio ieri, e spero di riparlarne presto. Tu nel frattempo segui Conversas, qui.
Un altro evento a cui ho partecipato - questa volta come spettatrice - è stato “Piano… D’ailleurs”, organizzato a Montpellier per celebrare l'uscita del magazine bilingue D'ailleurs, nato dalla redazione di Fumo in collaborazione con il Centro Culturale Italiano Dante Alighieri. Dentro c’era anche il mio racconto Le radici, in italiano e francese e illustrato da Chiara Ursino, su Instagram @chiu.illustrates. Durante la serata sono stati letti ad alta voce alcuni brani dal volume (era la prima volta che sentivo leggere da qualcun altrə qualcosa che ho scritto. È stata una sensazione che credo di dover ancora elaborare) e si è esibito il pianista Roberto Salahddin Re David, che ha presentato il suo nuovo album e interpretato improvvisando alcune illustrazioni dal volume. Se vuoi sostenere il progetto, qui puoi acquistare il volume.
A Varese questo mese è morto un uomo senza dimora di 40 anni. Ora rileggi. Dispiacersi non basta, bisogna pretendere giustizia per tutt3. Della situazione di Torino avevo parlato nel podcast La Torino che ignori, su quella di Varese vorrei lavorare, ma in ogni caso: non anestetizziamoci.
Adesso prendi carta e penna.
Fatto?
Ecco i 3 eventi che non ti devi perdere questo mese:
L’11 febbraio modero Che genere di scienza?, un incontro per parlare di cosa significa lavorare in ambito scientifico come donna (l’11 febbraio è proprio la Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza!). L’incontro inizia alle 16 presso “La Vecchia Masnago”, in Piazza Ferrucci Francesco, 2, Varese. L’ingresso è (ovviamente) gratuito, ma se vieni registrati a questo link così abbiamo un'idea dei numeri - è il primo panel organizzato dal collettivo VAcheLotta! Come and show your support :)
15, 16 e 17 febbraio, a Milano e a Torino, ci sono gli Anthroday. Si tratta di 3 giorni di eventi diffusi dedicati all’Antropologia Pubblica. Qui trovi il programma completo: spulcialo!
Se sei a Torino, ci vediamo sabato 17 dalle 10:30 alle 13:30 alla Libreria Libra - la libreria di quartiere, Via Santa Giulia 40/A, per il Laboratorio Scrivere l’antropologia (evento #77) organizzato dalla redazione di AceTonico. Dove ci si iscrive? Qui.
Il pomeriggio ci vediamo dalle 17 alle 19 ai Bagni Pubblici di Via Aglié, in via Aglié 9, per Antropologia e mondo del lavoro. Un appuntamento al buio. Speed date di antropologia applicata e professionale (evento #82). Qui potrai dialogare one-to-one con antropolog3 che hanno portato la disciplina nel loro ambiente professionale. Inoltre discuteremo alcuni punti critici dell’approcciarsi al mondo del lavoro come antropolog3, e chiuderemo con una restituzione collettiva. Per iscriverti scrivi a me (chiara.pedrocchi@hotmail.it) o a Glauco Barboglio (barboglio.glauco@libero.it).
A gennaio:
Sto leggendo: che bello, a gennaio ho ritrovato la passione per la lettura. Oggi pomeriggio ho finito Vita meravigliosa, di Patrizia Cavalli.
Sto guardando: ho visto Oppenheimer - lo so, potete chiamarmi Internet Explorer- e Gli alberi della pace, ambientato durante il genocidio in Ruanda nel 1994: un bel pugno nello stomaco. Vorrei vedere presto Poor things.
Sto ascoltando: ecco a te tre canzoni per ballicchiare: Nu Genea - Vesuvio, Rosalìa -La fama, Banda Eva - Levada Louca. Un’altra canzone che ho adorato è No love, di Queen Omega e Little Lion Sound.
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Infine, dato che il mio lavoro giornalistico è indipendente, se ne hai la possibilità e vuoi sostenermi offrendomi un caffè (o meglio ancora un cappuccino di soia) puoi farlo con una piccola donazione qui. Per me significa tanto.
Questa mail è lunghissima, se sei arrivatə fino a qui grazie, anche più del solito. Come vedi (o come leggi), questo 2024 è partito col turbo. Alla prossima!